Data | 24-05-2019 |
Categoria | Cultura |
Fonte | Museo Etnografico di Premana |
Un sabato mattina piovoso. Una ricognizione di routine nella vecchia centrale Sanelli, si, proprio quella che ha ispirato la famosa canzone Premanese "La luce elettrica". Ed il ritrovamento di un manufatto strano, ricco di ruote e rotelle, attraente nonostante la polvere accumulata. Si vede subito che non è un oggetto qualsiasi.
Infatti è il marchingegno che faceva funzionare l'orologio del campanile di San Dionigi a Premana fino agli anni settanta, poi sostituito e dimenticato. Da quel giorno parte la sfida per il suo restauro. Porta la data 1892 ed il nome del costruttore di Milano, famoso nel suo campo.
La struttura presenta un corposo ingranaggio mosso dalla forza di trazione dei pesi, con un congegno tecnico detto di scappamento o frenante, che trasforma in moto alternato il moto continuo garantito dalla gravità imposta dai pesi. Una leva muove una rotella iniziando così la trasmissione del moto a tutte le altre, garantendo il funzionamento dell'orologio, che tra le particolarità ha il fatto che due minuti dopo aver battuto le ore, le ribatte. Questo perché quando in passato l'unica ora esatta ed ufficiale era quella del campanile, la persona distratta che non riusciva a contare i battiti, aveva una seconda possibilità di farlo.
Scopriamo un po' la storia di questi tesori da sempre nascosti fra le mura di torri e campanili ricordando che l'orologio a pesi è considerata la più prestigiosa invenzione europea del Medioevo.
Il primo strumento ad orologeria meccanica, l'antenato dell'orologio, nasce prima dell'anno mille sotto forma di "svegliatore monastico". Un congegno utilizzato nelle abbazie e conventi come segna tempo.
Nei primi secoli dopo il Mille, anche gli ambienti secolari vedono l'esigenza di produrre grandi congegni orologiai da torre. Una esatta misurazione del tempo diventa una esigenza improrogabile per ritmare in maniera più regolare la vita sociale ed economica. Siamo nel periodo di sviluppo delle attività commerciali, della fondazione delle prime università e della costruzione delle grandi cattedrali, proprio sulle grandi cattedrali europee sorgono i primi orologi campanari. A Milano il primo è posizionato in Sant' Eustorgio nel 1306.
Un "manovratore" pagato dalla comunità gestiva la carica manuale dell'orologio. Questo sistema è proseguito per secoli fino alla elettrificazione degli stessi.
Una storia importante. Quello di Premana funziona ancora grazie al lavoro di restauro di volontari appassionati di orologi storici. Speriamo che possa tornare esposto perennemente al pubblico arricchito di elementi in movimento.
Museo Etnografico di Premana