Data | 08-05-2019 |
Categoria | Cultura |
Fonte | Museo Etnografico di Premana |
Negli anni trascorsi a Milano Leonardo da Vinci visitò più volte il nostro territorio. Dai suoi appunti sembra che abbia percorso l'antica strada che da Lecco costeggiava il lago, ora nota come il Sentiero del Viandante, e attraverso il Cainallo sia entrato in Valsassina.
Studioso di minerali, rocce e botanica il paesaggio dovette affascinare il grande genio, i particolari che più lo hanno colpito li possiamo trovare nel Codice Atlantico. Qui sono riportati gli studi sul Fiumelatte di cui scrisse " cade da più di cento braccia dalla vena dove nasce ".
Visitò l'Orrido di Bellano con l'avanzare tumultuoso delle acque del Pioverna tra gole e cascate. Fu attirato da un campanile nei pressi di Colico che poi dipinse sullo sfondo dell'Ultima Cena al Cenacolo Francescano di Milano.
La corona delle Prealpi Lombarde che vedeva da Milano ed il fatto di averne percorso sentieri, visitato miniere e vallate ha portato Leonardo a fare delle montagne lecchesi il soggetto di alcuni disegni a sanguigna, cioè con carta preparata con tempera rossa ricavata da una pietra contenente ematite, su cui eseguiva il disegno con matita rossa.
Tre disegni sono di proprietà della famiglia reale inglese e si trovano a Windsor, uno è custodito nella Biblioteca Ambrosiana di Milano e rappresenta in particolare le montagne della Valsassina e della Valvarrone.
Questi disegni non sono gli studi preparatori allo sfondo dei suoi dipinti, ma qui le montagne sono il soggetto principale di studio di uno scienziato che ne studia la morfologia e la geologia. Perfetti nella riproduzione di vette e creste, valli e pizzi, i suoi disegni sono delle vere e proprie fotografie.
Infatti nei suoi scritti egli evidenzia le tecniche di ripresa dal vero specificando gli aiuti tecnici che utilizzava e anche le soluzioni per ovviare alla difficoltà di poter capire le reali dimensioni di un soggetto ripreso da lontano.
Questi disegni dimostrano la sua frequentazione di questa zona, una grande conoscenza che ha portato a riconoscere le montagne anche se osservate e ritratte da lontano.
Il realismo con cui le ha disegnate permette l'esatta identificazione delle stesse ed anche il punto di osservazione, addirittura il momento della giornata in cui sono state ritratte in base alla luce del sole. Si riconoscono le Grigne, il Legnone, il monte Rotondo, il Melaccio ed il Pizzo dei Tre Signori.
È un onore sapere che il più grande genio di tutti i tempi abbia disegnato le montagne che ci circondano e che conosciamo così bene, significa che gli erano famigliari come lo sono per noi.
Museo Etnografico di Premana