Storie da Premana: la castagna o pane dei poveri


Data 15-11-2018
Categoria Cultura
Fonte Museo Etnografico di Premana

La castagna, o pane dei poveri, è sempre stata un alimento fondamentale per la gente di montagna. Nelle famiglie contadine veniva consumata fresca, bollita con o senza la buccia o a caldarrosta. Oppure essiccata così da averne a disposizione fino al raccolto successivo. Spesso era utilizzata al posto del pane di segale, con il latte fungeva da colazione o da cena.
Perciò la pianta di castagno era considerata una ricchezza, innestata e potata, pulita dai virgulti, il terreno attorno falciato e concimato.
Sui ripidi pendii, in fondo alla selva era preparata una siepe fatta perlopiù di rami di castagno intrecciati per permettere la raccolta del frutto ed evitarne la dispersione o il rotolare su proprietà altrui.
La raccolta delle castagne, la cui maturazione avviene tra fine settembre ed inizio ottobre, avveniva giornalmente. In caso di forte vento e quindi di maggior caduta, anche più volte al giorno. Raccogliere castagne era un compito spesso assegnato ai bambini: prima o dopo la scuola essi si recavano nelle selve. Molti ricci si aprivano da soli, quelli rimasti chiusi si aprivano con uno speciale attrezzo.
Dopo la raccolta, una importante operazione era l'essiccazione che avveniva su solai bene arieggiati oppure su un graticcio posto nel sottotetto dove il calore che saliva dalla canna fumaria le essiccava. Poi al bisogno venivano messe in sacchi poi battuti sui gradini, oppure battute con un pestello chiodato in un recipiente con il fondo in legno per liberarle dalla buccia. Dopodiché con un largo ventaglio intrecciato si procedeva alla vagliatura per separare il frutto dalla buccia.
Quindi le castagne erano pronte per essere mangiate tutto l'anno, in particolare cotte e abbinate alla cagliata o al latte della zangola erano e sono considerate un cibo particolarmente goloso.

Museo Etnografico di Premana

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