Storie da Premana: la fucina
| Data | 25-10-2018 |
| Categoria | Cultura |
| Fonte | Museo Etnografico di Premana |
Nella fucina del fabbro si svolgeva l'ultima parte della lavorazione del ferro. Dalle barre di metallo il fabbro produceva una miriade di oggetti: articoli da taglio, per l'agricoltura e l'edilizia, strumenti da lavoro. Passaggio fondamentale nella lavorazione del ferro era la tempra, ovvero il riscaldamento a 900 gradi e successivo raffreddamento rapido di solito in acqua che induriva il ferro, usata per produrre lame, punte e martelli.
La bollitura o saldatura a 1000 gradi permetteva di unire due parti. La lavorazione a basse temperature, detta incrudimento, tipica per i chiodi rendeva più duro lo strato superficiale.
In fucina, il fabbro metteva il pezzo di ferro sulla fiamma e dopo 15/20 minuti lo poteva togliere e iniziare a lavorare. La temperatura del fuoco era decisa dall'uso del mantice, con cui si soffiava sul fuoco per alimentarlo e raggiungere temperature elevate. Una volta che il ferro si era ammorbidito al punto giusto veniva posato sull'incudine e con il martello, a colpi, si dava forma al pezzo.
Anche la mola non poteva mancare in una fucina, essa veniva azionata a pedale o con un sistema di trasmissione a cinghia, con essa veniva modellato il profilo degli arnesi prodotti. Era presente un gran numero di attrezzi dalle tenaglie alle lime ai trapani.
Le officine più grandi potevano disporre del maglio il cui funzionamento dipendeva dal movimento di una ruota idraulica. Per questo motivo le fucine sono nate lungo i corsi d' acqua, da qui dipartiva un canale artificiale che terminava con una cascata, l'acqua colpiva le pale di una ruota inserita su un grosso albero di trasmissione. Esso generava il movimento all'interno della fucina, questo sistema ha funzionato sino all'avvento dell'energia elettrica.
Museo Etnografico di Premana
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